Ammortizzatori de-luxe

Da Argo Tractors a Valtra, prendiamo in esame gli assali sospesi sulle serie di maggior potenza del mercato. Alcuni lo offrono come dotazione di serie, ma nella maggior parte dei casi resta ancora un costoso optional, per quanto ormai ‘obbligato’

Le sospensioni sui ponti anteriori dei trattori non sono certo una novità degli ultimi anni, in particolare se – come faremo in queste pagine – si guarda alle alte potenze. O top di gamma, come si usa dire. Sono quasi vent’anni che le macchine più performanti offrono gli ammortizzatori anteriori, almeno come optional, sui trattori oltre i 250 cv. E da dieci almeno sono diventati quasi uno standard per questo segmento, tanto che oggi, girando per i capannoni, si fatica a trovare una macchina che ne sia sprovvista, sebbene molti marchi le prevedano ancora tra gli optional. Di quelli costosi, tra l’altro.

Dire “ponte sospeso”, tuttavia, non è sufficiente, poiché lo sviluppo tecnologico ha messo molto altro sotto ai telai. Sistemi di ammortizzamento idropneumatico, in primo luogo, a uno o due ammortizzatori, a risposta progressiva o variabile a seconda del lavoro effettuato, per arrivare alle ultime versioni, dotate anche di smorzamento delle forze centrifughe tipiche di una curva a 40 o più km orari. L’offerta, insomma, sebbene abbastanza livellata è comunque sufficientemente variabile per farci venire voglia di dare un’occhiata più da vicino, alla ricerca di punti comuni e differenze nelle proposte dei vari costruttori.

Argo Tractors, Case IH, Claas

 

McCormick Serie 8

Ci lasciamo guidare dalla gerarchia alfabetica e iniziamo con Argo Tractors, anche se sarebbe meglio dire con McCormick: volendoci concentrare su macchine sopra i 250 cavalli, infatti, è al rosso di derivazione britannica che si deve guardare. Sui suoi X8, per esempio, è montato un assale Carraro 20,55 S con sospensioni elettroniche (il cui software è realizzato da Argo Tractors). Il progetto prevede un solo pistone centrale con due bracci a controllo elettronico (in gergo, assale pivottante a parallelogramma sospeso centralmente) per assicurare massimo comfort in tutte le condizioni di lavoro e trasporto. L’escursione è di 85 mm e il sistema è disinseribile o regolabile in altezza per particolari lavori in campo. Secondo McCormick, i vantaggi risiedono nella miglior aderenza al suolo e nel maggior controllo del mezzo.

Optum di Case IH

Sceglie invece l’opzione a doppio cilindro Case IH, almeno su Magnum e Optum, ammortizzati con un sistema a culla e martinetti ai lati del supporto anteriore. Il dispositivo, spiega il costruttore, impedisce il beccheggio compensando dossi e avvallamenti sia in campo sia durante i trasporti. Tramite il monitor Afs è inoltre possibile regolare la rigidità su tre diversi livelli. L’assale ammortizzato è offerto come optional sia sui Magnum sia sugli Optum.

 

Claas Axion

Sistema a parallelogramma con un solo cilindro anche per gli Axion di Claas, la cui sospensione, di serie soltanto sul modello più grande della gamma, prende il nome di Proactiv. In situazioni standard, spiega il costruttore, l’ammortizzatore resta in posizione centrale, ma in caso di frenata, sobbalzi o curve, può salire o abbassarsi con un’escursione di 90 mm. Interessante soprattutto il funzionamento in caso di frenata: la sospensione attiva, infatti, compensa l’aumento di carico sull’avantreno riducendo l’effetto di “inginocchiamento” del trattore e migliorando pertanto la sicurezza di guida anche in caso di arresti improvvisi.

Deutz-Fahr, Fendt, Jcb

 

Deutz-Fahr 9340 Warrior

Concetto assai simile per il ponte anteriore della nuova Serie 8 di Deutz-Fahr, almeno stando alla descrizione che ne fa il costruttore. Tuttavia, sottolinea quest’ultimo, non ci sono altri che montano un sistema di questo tipo su un mezzo da 270 cv nominali, come appunto l’8280 Ttv. Il ponte ammortizzato con tecnologia adattiva dispone dell’opzione Anti-Drive, che stabilizza il trattore in frenata evitando l’impuntamento della macchina. La sospensione è inoltre regolabile su tre livelli e può essere bloccata a qualsiasi velocità. Il ponte sospeso è optional per il Deutz-Fahr 8280, mentre è standard sulla Serie 9, dove troviamo un sistema riprogettato e che presenta un doppio cilindro con 90 mm di escursione totale, anch’esso disinseribile dal conducente indipendentemente dalla velocità di avanzamento. L’angolo di oscillazione (otto gradi in entrambe le direzioni) può essere bloccato per stabilizzare la macchina a velocità superiori ai 30 km orari.

 

Fendt 942

Un marchio che ha lavorato parecchio sulle sospensioni è Fendt, che per la sua Serie 900 ha migliorato un sistema già rodato con le vecchie gamme. Parliamo di un dispositivo a doppio cilindro inclinato, con cilindri indipendenti e possibilità di bloccaggio e regolazione dell’altezza, elementi che permettono di utilizzare gli ammortizzatori, per esempio, per agganciare una zavorra nel caso non si disponga di sollevatore anteriore. Va da sé che la massima efficacia si ha però quando si è al lavoro, che sia in campo o su strada. In quest’ultima situazione, in particolare, risulta prezioso il Fendt Stability Control (Fsc), che, a partire dai 20 orari, blocca l’equilibrio tra lato destro e lato sinistro, limitando fortemente il rollio in curva.

 

Jcb Fastrac 4000

Chiudiamo la sezione con un costruttore che da sempre vanta sospensioni da record sulle sue macchine. Parliamo di Jcb, che ha concepito i suoi Fastrac, fin dal primo giorno, come trattori stradali. Ovvero qualcosa di assai simile a una trattrice del segmento automotive, sebbene con prestazioni più limitate. Accade così che già nella prima versione il Fastrac montasse non una ma ben quattro sospensioni: a molla sul ponte anteriore, autolivellanti sul posteriore. Si passò a quattro sospensioni autolivellanti con il Fastrac 7000 e oggi, con la nuova serie 4000 (e 8000, ovviamente) si è fatto un passo ulteriore in direzione della tecnologia spinta, con ammortizzatori autolivellanti a controllo elettronico e cilindro a doppio effetto. In questo modo, spiega il marchio britannico, si hanno una maggior sensibilità e una risposta più efficiente sia in campo sia nello smorzamento di dossi e asperità dell’asfalto. Da notare, inoltre, la possibilità di controllo pressoché totale sugli ammortizzatori, che l’operatore può bloccare in diverse posizioni in modo indipendente. Alzandoli completamente, per esempio, per superare un ostacolo, oppure abbassando il ponte posteriore nel caso debba agganciare un semirimorchio. Per l’uso con attrezzi come caricatore frontale o decespugliatore, invece, gli assali possono essere entrambi bloccati.

John Deere, Kubota e Massey Ferguson

John Deere 7R

Apriamo quest’ultima tornata con John Deere, che monta, sui suoi 8R, sospensioni a ruote indipendenti, ribattezzate Ils. Un optional di lusso che, secondo il costruttore, garantisce la massima aderenza in ogni condizione di lavoro, sia su strada sia in campo. Salendo con le potenze, troviamo la gamma 9R, che a differenza della 8R monta una sospensione maggiorata, formata da due cilindri idraulici e una serie di accumulatori di azoto. Hydracushion, questo il nome del dispositivo, è fornita di serie sul 9620 e come optional sui modelli inferiori.

Kubota serie 7003

Doppio cilindro, praticamente una costante sull’alta gamma, anche per la serie 7000 di Kubota, che tuttavia ai due martinetti con accumulatori di azoto di grande dimensione affianca un braccio posto sotto all’assale, con il compito di migliorare la stabilità del mezzo e contribuire all’assorbimento degli urti. La corsa è nel range per la categoria (116 mm complessivi) e le funzioni sono quelle solite, con possibilità di bloccaggio oppure funzionamento in modalità manuale, con regolazione dell’altezza. Tuttavia, il bloccaggio, pur potendo funzionare in aratura, si disinserisce dopo i 20 km/h, mentre la Manuale si disattiva oltre i 2 km/h. È prevista, in sostanza, soltanto per agganciare e sganciare attrezzi e zavorre.

. Massey Ferguson 8700

Per Massey Ferguson prendiamo in considerazione in primo luogo la serie 8S, l’ultima presentata e quella, inoltre, in cui si dedica la massima attenzione al comfort di lavoro. Su alcune versioni di queste macchine, tuttavia, l’assale ammortizzato resta ancora optional, mentre è di serie sugli allestimenti più equipaggiati, come quello Exclusive, per esempio. A ogni modo siamo in presenza di un sistema Dana a doppio cilindro anteriore, e triplo accumulatore di azoto. I primi due agiscono sulla camera primaria, per ammortizzare gli urti con avantreno carico o scarico. Il terzo accumulatore lavora invece sulla camera secondaria, ammortizzando il ritorno della sospensione. Il ponte può funzionare in modalità automatica o manuale. Nell’ultimo caso l’operatore può regolare, oltre che la riposta della sospensione, anche l’altezza della macchina sul ponte. Può infine inserire o disinserire l’azione ammortizzante, che ha un’escursione di 68,5 mm in entrambe le direzioni e 9 gradi di oscillazione. Opzione manuale e blocco delle sospensioni si disinseriscono, rispettivamente a 4 e 20 km orari. Infine, nella serie 8700, la più grande del listino, troviamo un ponte a un solo cilindro, incernierato sulla parte anteriore, con possibilità di disinserimento.

New Holland e Valtra

New Holland T8

Apriamo quest’ultima tornata con In casa New Holland la sospensione, come noto, si chiama Terraglide. La troviamo – di serie – anche sui T8 Genesis, una delle ultime gamme del marchio modenese. Dal punto di vista strutturale non ci sono grandi novità rispetto a quanto visto in precedenza: abbiamo sempre due cilindri idraulici che alzano e abbassano il blocco motore sull’assale e una serie di accumulatori ad azoto per smorzare urti e vibrazioni. Il controllo elettronico, naturalmente, fa sì che la risposta del sistema vari in relazione alla situazione di lavoro e alla ruvidezza dei colpi ricevuti.

Valtra serie S4

Chiudiamo la nostra panoramica con Valtra. Interessante soprattutto il sistema di ammortizzamento scelto per la serie T, che adotta ammortizzatori pneumatici. Dello stesso tipo, sottolinea il costruttore, di quelli utilizzati sui mezzi da trasporto stradale. L’escursione è di 50 cm in entrambe le direzioni, mentre l’oscillazione raggiunge i 10 gradi. In caso di necessità l’operatore può disattivare la sospensione facendo uscire l’aria dai soffietti. In questo senso, quindi, il sistema Aires+ di Valtra si comporta in tutto e per tutto come un ammortizzatore idropneumatico, mentre la risposta alle sollecitazioni è, secondo il costruttore, molto più morbida. L’alta potenza per Valtra si esprime però nella serie S, che supera i 350 cv. In questo caso, a differenza dei T, abbiamo un più classico ammortizzatore idraulico con due martinetti.

Ammortizzatori de-luxe - Ultima modifica: 2021-02-25T15:21:52+01:00 da Roberta Ponci

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome