Bednar: lavorare la terra a ritmo di Swifter

Il coltivatore del marchio ceco promosso per possibilità di regolazione e produttività oraria. Ma per fare tanto lavoro, servono tanti cavalli

Bednar Swifter al lavoro in provincia di Alessandria
Dieci ettari l'ora per la versione da otto metri, per la quale servono almeno 220 cavalli

C’è un costruttore, relativamente nuovo per il nostro Paese, che sta riempendo le campagne italiane di giallo. È Bednar – non era difficile da capire – che dalla Repubblica Ceca è recentemente approdato sui nostri lidi. Portando un carico di macchine per la preparazione del terreno grandi e performanti, ma anche, sostiene, rispettose del suolo e vincenti nel rapporto consumi-ettari lavorati. Ce n’è insomma abbastanza per dare un’occhiata più da vicino a uno dei suoi attrezzi. Cosa che facciamo grazie all’aiuto di Mattia Carega, giovane contoterzista della provincia di Alessandria, che a inizio 2023 si è portato a casa, in un colpo solo, ben due Bednar: una dischiera Swifterdisc e lo Swifter 8000 SE che prendiamo in carico oggi.

Maxi-coltivatore

Partiamo dal nome: Swifter è, nel mondo Bednar, il coltivatore ad ancore per alta potenza. Ha infatti una larghezza compresa tra 8 e 12 metri e richiede almeno 220 cavalli. In cambio, con una velocità di lavoro che difficilmente scende sotto i 10 km orari, regala una produttività da primato: siamo attorno ai 10 ettari l’ora, svolte escluse, come media delle tre larghezze di lavoro disponibili. Insomma, basta un attimo e si è dall’altra parte del campo. Non soltanto: per rassicurare i clienti, preoccupati per la tenuta nel tempo di un attrezzo così largo e veloce, Bednar ha fornito lo Swifter di sicurezze e sistemi di tenuta per evitare l’insorgere di giochi e disassamenti dopo le prime stagioni di lavoro. Qualche esempio? Eccoli: perno dei rulli sostituibile, sistema di molle per tenere in asse gli elementi dei rulli, aggancio degli elementi lavoranti a un telaio indipendente da quello principale e così via.

Lo Swifter fatto a pezzi

Prendiamo allora in esame, un pezzo dopo l’altro, il coltivatore Swifter. Il primo elemento è la barra livellatrice, offerta nelle versioni meccanica o idraulica. Quest’ultima ovviamente orientabile dalla cabina tramite un distributore idraulico. Serve, in pratica, a rompere le zolle più grandi e a dare una prima livellata al terreno. Subito dietro compare un rullo, solitamente a gabbia: di nuovo, rompe le zolle e livella il campo. Il lavoro vero e proprio è però eseguito dalle ancore, con numero di file variabile tra 2 e 4, che sono anche l’elemento caratterizzante di questo attrezzo. Un altro è la struttura: le ancore sono imbullonate su a un telaio rimovibile, largo 2 o 3 metri, che è fissato al telaio portante della macchina. Questa soluzione ha due innegabili vantaggi. Il primo è che si regola la profondità di lavoro delle ancore alzando o abbassando il telaio di supporto. Inoltre, quando lo Swifter lavora, il telaio con le ancore è libero di muoversi rispetto a quello principale, che poggia sui rulli anteriore e posteriore, mantenendo costante la profondità di lavorazione. Il secondo vantaggio è legato all’intercambiabilità delle ancore. Bednar ne fabbrica di tre tipi: per lavorazione normale, da affinamento o con denti ad angolo negativo, che arieggiano il terreno senza rivoltarlo e dunque senza provocare perdita di umidità negli strati profondi.

Nella parte posteriore dell’attrezzo abbiamo infine una seconda barra livellatrice, seguita da un secondo e un terzo rullo, che servono a rompere le zolle e spianare il terreno. Il secondo, in particolare, può avere varie fogge e funzioni. La versione in uso presso l’azienda Carega montava un doppio Crosskill, rullo a martelli che, nelle parole del proprietario, svolge egregiamente il proprio lavoro. I due rulli si intersecano per aumentare l’effetto di rottura delle zolle e al tempo stesso pulirsi reciprocamente da eventuale fango. Chiude il cantiere un rullo a gabbia di livellamento finale, per un totale di quattro rulli, due barre livellatrici e due file di ancore.

Al lavoro

Abbiamo seguito Mattia Carega, giovane pilastro dell’azienda di famiglia, mentre provava il suo Swifter 8000 in un terreno già erpicato una prima volta, ma comunque utile per vedere l’azione di rivoltamento e rottura delle ultime zolle prodotta dal coltivatore. Il risultato è stato senz’altro buono: al termine della seconda passata, il campo era pronto per la semina. «E questo nonostante abbiamo lavorato con le ancore più aggressive. Se avessimo usato quelle per l’affinamento – interviene Carega – il risultato sarebbe stato ancora migliore».

Si capisce insomma che il giovane contoterzista è soddisfatto del suo Bednar. «Per il momento sì, assolutamente. L’abbiamo acquistato a inizio 2023 e lo stiamo usando per la preparazione alternativa del terreno. Su suoli di impasto medio-sciolto prepara il letto di semina già alla prima passata e con un secondo giro si ottiene un terreno praticamente perfetto. Il nostro scopo è eliminare progressivamente, dove possibile, l’erpice rotante, che fa meno lavoro e consuma di più». Di cavalli, comunque, ne servono anche con lo Swifter, che infatti era abbinato a un T8 Smart Track di New Holland.

Un trattore che naturalmente massimizza la resa oraria: «Con 8 metri di larghezza e una velocità che va dai 12 ai 14 orari, si avvicina ai 10 ettari l’ora, escludendo i tempi di svolta». Tempi rapidi anche per la sostituzione delle ancore: svitando pochi dadi è possibile togliere il telaio e inserirne un altro. «Il sistema di fissaggio mi piace molto: facilita la sostituzione e inoltre lo puoi regolare facilmente, alzando o abbassando la griglia delle ancore rispetto al telaio principale».

Lo Swifter sembra insomma un attrezzo esente da difetti. «Non proprio. Per esempio, i rulli a martelli posteriori fanno fatica a pulirsi dal fango. Per questo motivo abbiamo montato una fila di raschiaterra che risolvono, in pratica, il problema».


Pagellina

Telaio e struttura 7 - In apparenza robusto e soprattutto ben progettato

Materiali 7 – Finora le ore di lavoro sono poche, ma le premesse sono buone

Rivoltamento terreno 7 – Dipende dalle ancore montate. Con le più aggressive, fa un bel lavoro

Interramento residui 6,5 – Se la cava, ma non è fatto a questo scopo

Risultato finale 7,5 – Su terreni tendenzialmente sciolti prepara il letto di semina con un solo passaggio, eliminando l’erpice rotante

Versatilità 6,5 – Attrezzo per terreni non particolarmente tenaci e per affinamento. Ma la possibilità di cambiare il set di ancore aiuta molto

Potenza richiesta 6,5 – Servono almeno 220 cavalli per la versione da 8 metri di larghezza

Sicurezze 6,5 – Ci sono tutte quelle che servono

Affidabilità sv – Poche ore per valutarla

Cosa piace

- Fa un eccellente lavoro, specie su terreni sciolti

- Tanti ettari in poco tempo (e quindi, con poco gasolio)

- È facile regolare la profondità di lavoro e cambiare i set di ancore

Cosa non piace

- L’autopulizia dei rulli con terreno bagnato non è granché

Bednar: lavorare la terra a ritmo di Swifter - Ultima modifica: 2023-05-11T12:01:24+02:00 da Ottavio Repetti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome