Negli ultimi ottant’anni di storia i progressi realizzati dall’agricoltura italiana sono stati notevoli e ascrivibili in gran parte al settore della meccanizzazione, che ha consentito il raggiungimento di elevati, se non massimi, livelli di produttività.

Nell’ultimo ventennio in particolare, l’innovazione nel comparto meccanico ha concentrato i suoi obiettivi nell’aumento della produttività del lavoro, nella razionalizzazione del consumo dei mezzi tecnici, nel miglioramento delle condizioni ambientali (vedi riduzione del compattamento del terreno e dell’inquinamento), nel maggior comfort e sicurezza degli operatori. Tutto questo ha contribuito a contenere i costi e a favorire la competitività economica delle produzioni.

Difficilmente il mondo dell’industria e quello della ricerca avrebbero potuto fare di più.

Le innovazioni di processo indotte dalla meccanizzazione, inoltre, hanno richiesto un sempre più attento esame degli aspetti economici connessi all’esercizio delle macchine, spingendo gli agricoltori a entrare in una logica sempre più imprenditoriale. E allo stesso tempo questo ha provocato una spinta verso l’apporto esterno di imprese agromeccaniche più adatte a una gestione del parco macchine aziendale.

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La meccanica agraria moderna ha quindi raggiunto un alto livello tecnologico, di automazione e semplificazione delle lavorazioni. Le richieste che vengono fatte oggi ai progettisti di trattrici e macchine operatrici riguardano in maniera sempre crescente l’incremento sia dell’efficienza in termini di consumi sia della capacità di interfacciarsi efficacemente attraverso l’Isobus con le diverse macchine. Perseguendo questi obiettivi, l’applicazione di dispositivi elettrici sta acquisendo sempre maggiore interesse da parte dei produttori, grazie agli evidenti vantaggi rispetto ai sistemi idraulici.

La recente ricerca sui sistemi elettrici in agricoltura ha privilegiato la disponibilità di corrente elettrica per attrezzature esterne al trattore e ora si sta spingendo verso la totale elettrificazione della catena cinematica. Questo porterebbe a enormi vantaggi: riduzione dei consumi, possibilità di accoppiamento del trattore con attrezzature elettrificate, meno manutenzione, controllo preciso di ogni meccanismo elettrificato. Inoltre, sarebbe più facile inserire motorizzazioni alternative a quella standard a gasolio.

Ma quale sarà il futuro della meccanizzazione nei prossimi anni? Già ora il livello tecnologico è elevato, a volte fin troppo. I trattori, ad esempio, a livello di singola macchina, sono già ottimizzati, mentre i margini di miglioramento sul fronte del rapporto trattore/attrezzo sono ancora ampi. La rincorsa alla potenza sembra sovradimensionata rispetto alle esigenze dell’utilizzatore, occorrerebbe concentrarsi di più su una progettazione mirata al reale utilizzo.

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Anche dal punto di vista dei motori difficile dire quale sarà il futuro. L’elettrico, e ancora meglio l’ibrido, sembra davvero avere un futuro fra i piccoli trattori e gli specialistici, mentre nei trattori di alta potenza, al di là di alcune nicchie, il gasolio rimarrà ancora per molto tempo il punto di riferimento per l’alimentazione.

Dopo un secolo, quello scorso, già rivoluzionario, anche il XXI secolo si preannuncia altrettanto innovativo con riferimento all’agricoltura, guidato da un lato dalla necessità di sostenibilità (economica, agronomica, ambientale) e dall’altro da un ulteriore sviluppo dell’automazione.


di Giovanni Molari
Magnifico Rettore dell’Università di Bologna
e Professore ordinario in Meccanica Agraria presso l’Università di Bologna

Ottant’anni di lungo e continuo progresso - Ultima modifica: 2021-12-13T10:41:28+01:00 da Roberta Ponci

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