Bcs, un 2016 in chiaroscuro

La stagione del gruppo milanese si chiude in calo (-5,6%), ma rivela anche dati positivi. Per esempio la tenuta sul mercato interno

Un bilancio in grigio, con qualche timido segnale di speranza per il prossimo futuro. Così si potrebbe riassumere il quadro economico emerso durante l’annuale conferenza stampa del Gruppo Bcs.

«Quella che si è appena conclusa – ha spiegato Carlo Cislaghi, direttore marketing – è stata una stagione contrassegnata da un clima di grande incertezza dove, alle positive attese determinate da un avvio brillante, è seguita una seconda parte con pochi spunti degni di nota, complice la situazione congiunturale di alcuni mercati e le crisi sociopolitiche di altri. Di fatto non possiamo nascondere che i numeri dell’anno trascorso non sono in linea con le aspettative di inizio stagione». Nel complesso, il 2015/16 si è chiuso con un arretramento del fatturato – che ha sfiorato quota 104 milioni di euro – del 5,6% rispetto alla stagione precedente. «Di fatto siamo tornati indietro di due anni, ma bisogna valutare il quadro generale: rispetto ad altri concorrenti abbiamo limitato sensibilmente le perdite e direi che in un contesto negativo non siamo andati male». Il primo aspetto da considerare, secondo Cislaghi, è la sostanziale tenuta del mercato interno, a oggi il principale sbocco del gruppo con una quota del 40% circa. «Consideriamo questo dato una sorta di miracolo, sia per la situazione economica, sia perché stiamo parlando di un mercato maturo». Positive anche le indicazioni provenienti dalla Spagna, da anni ormai secondo Paese per importanza economica, così come dalle nazioni balcaniche. «Una delle conferme più interessanti riguarda inoltre gli Stati Uniti, che per Bcs rappresentano il terzo mercato e sul quale stiamo puntando con nuovi prodotti e una strategia più aggressiva. Anche realtà nuove, come Armenia e Serbia, hanno offerto risultati insperati, così come l’Iran post-embargo». Il segno meno davanti al fatturato è legato invece al pessimo andamento del continente africano e alle incertezze in Sud America e Turchia. Nel mercato europeo, il più strategico per il gruppo, si sono segnalate difficoltà in Germania, Francia e Romania.

Per la nuova stagione le prospettive sono di «cauto ottimismo», con una previsione di crescita del 2% nel comparto Agro-Verde e del 5% in quello Energia. «Non si tratta di grandi numeri, ma non possiamo sbilanciarci. Regna ancora l’incertezza, come abbiamo notato all’Eima: molti visitatori, poche richieste di acquisto». In generale si attende un fatturato in linea con la stagione attuale sul fronte domestico e buone prospettive di crescita nei Balcani e nel Nord America. Ampie, infine, le possibilità in Cina e in India, dove cresce la richiesta di prodotti affidabili e di qualità. «La nostra filosofia – ha concluso Cislaghi – è che chi segue gli altri non arriverà mai per primo. Continueremo perciò a puntare su innovazione di prodotto, ricerca e brevetti, anche in collaborazione con gli istituti di formazione».

 

Visualizza:

Andamento fatturato Bcs negli ultimi anni (mln €)

Ripartizione fatturato per mercati

Ripartizione fatturato per prodotto

Bcs, un 2016 in chiaroscuro - Ultima modifica: 2017-01-19T07:42:38+01:00 da Roberta Ponci

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